27 giugno 2018 – “L’impresa sociale è una realtà in forte crescita e che, anche a seguito della riforma in atto, sta ampliando la platea di soggetti e attività che rientrano in questa categoria. Sono infatti sempre più numerosi e dinamici i comparti legati alle nuove forme di no profit che vanno dallo sviluppo culturale, al turismo, all’agricoltura sociale sino alla rigenerazione urbana.
Si tratta di ambiti di convergenza e di grande interesse anche per le piccole e medie imprese. Pensiamo a interventi innovativi che possano attivare molle di sviluppo per favorire gli investimenti e che, grazie anche al lavoro delle imprese sociali, l’industria può tradurre in realtà produttive”. Lo ha detto Vincenzo Elifani, presidente di Unionservizi Confapi e membro di Giunta Confapi, nel corso dell’audizione in commissione speciale alla Camera sul dlgs correttivo della normativa sull’impresa sociale.
Per Confapi “è fondamentale rilanciare il settore edilizio in termini di infrastrutture garantendo anche l’ammodernamento delle strutture già esistenti e lavorando in sinergia con le imprese sociali tenendo conto dell’impatto ambientale e sociale.
Un altro ambito di attività, dove poter attivare un virtuoso confronto analizzato alla crescita comune dell’intero sistema socio economico – ha sottolineato Elifani – è il welfare inteso nell’accezione più ampia di un nuovo modo di fare impresa immettendo sul mercato servizi ed esperienze sia individuali sia comuni ad alto contenuto sociale. Non è un caso che noi di Confapi abbiamo attivato, grazie ai nostri enti bilaterali, una serie di servizi e prestazioni fondamentali di welfare aziendale, di sostegno al reddito e alla famiglia, di previdenza complementare, di formazione e di salute e sicurezza”.
Elifani nel corso del suo intervento ha ricordato come nel provvedimento di riforma “sono stati posti giustamente dei limiti per evitare sconfinamenti delle imprese sociali in altri ambiti non di loro stretta competenza. Non dobbiamo dimenticare che alla coesione sociale contribuiscono anche le nostre imprese che sono radicate sui territori e che favoriscono la crescita, il benessere e l’occupazione. Bisogna quindi evitare che vi siano abusi determinati dalla distorta operatività e da un utilizzo improprio delle imprese sociali”.
Come Confederazione delle piccole e medie industrie private “ci aspettiamo – ha concluso – che un’uguale attenzione venga posta anche al mondo delle Pmi e che, anche in tale ambito, possa avviarsi un processo sostanziale di razionalizzazione e semplificazione normativa”.